“Girare un film in lockdown”: questo il titolo della Masterclass svoltasi la mattina del 26 novembre in streaming con gli studenti del Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie delle Arti, dello Spettacolo e del Cinema Università Telematica Mercatorum. Relatore Enrico Vanzina, produttore, sceneggiatore, neo regista.L’incontro rientra tra gli appuntamenti culturali calendarizzati nel programma della XII Edizione del Gala del Cinema e della Fiction in Campania, che per questa stagione, causa emergenza Covid 19, si sta svolgendo interamente online. A dare il benvenuto, Valeria della Rocca e Marco Spagnoli rispettivamente produttrice e direttore artistico della kermesse con la professoressa Anna Bisogno, Professore Associato di Cinema, Radio e Televisione, Università Mercatorum. “Ringrazio Valeria Della Rocca, per avermi nuovamente coinvolto in una manifestazione di grande rilievo come Il Gala del Cinema e della Fiction, la cui mission è quella di premiare i talenti dell’audiovisivo che ogni anno si avvicendano sul piccolo e grande schermo per raccontare cosa accade nella vita reale” ha esordito Vanzina. “Attraverso il racconto filmico si insegna, si emoziona, si fa riflettere, si fa distrarre il pubblico; purtroppo il racconto sta scomparendo sempre di più per colpa della tecnologia, utilissima ma che ha alcuni risvolti nocivi. Io sono nato in una famiglia di cinema vissuto e realizzato nel genere “commedia”. La commedia italiana nacque appena dopo il dopoguerra con grandi nomi come Monicelli ed il mio papà Steno che firmò la regia di molti film di successo quali “Guardie e Ladri” con Totò e Fabrizi e “Totò cerca casa”. Purtroppo la commedia è vittima di pregiudizi anche ideologici, spesso oggetto di attacchi mediatici perché considerata un genere da snobbare. Ma a ben guardare, i grandi capolavori della cineteca italiana sono soprattutto le commedie. Il grande Fraiano diceva che con il tempo quasi tutti i film drammatici si avviano a diventare comici. Qual è la grande differenza tra la commedia italiana e quella degli altri Paesi stranieri? La commedia francese ad esempio si basa essenzialmente su meccanismi infernali e molto poco sull’approfondimento psicologico dei protagonisti; generalmente la storia tipo è quella di un uomo che è a letto con la sua amante , la quale, appena arriva la moglie si nasconde sotto il letto; subito dopo arriva il marito dell’amante, e la scena si riempe in un folle turbinio di litigi e malintesi. La commedia inglese è total black, in quanto si basa su una forma di umorismo sui defunti mentre la commedia spagnola è più grottesca, sale di tono non è mai realistica; infine quella viennese rispecchia le ricchezze, le corti dei grandi sovrani. La commedia italiana usa invece un tema generalmente drammatico per raccontarlo in maniera lieve, cercando di far sorridere il pubblico su eventi drammatici: si pensi al “Sorpasso” al “Divorzio all’Italiana”, nel quale gli autori si pongono in una posizione molto discreta, evitando qualunque forma di pregiudizio, partendo dal presupposto di rispettare le ragioni degli altri. Io sono nato e cresciuto nel film commedia all’italiana”, ha continuato Vanzina, “ed ho al mio attivo 106 film, di cui 60 realizzati con il mio adorato fratello Carlo e 60 realizzati con altri registi. Nella mia carriera mi è capitato di fare tante commedie, cercando sempre di raccontare sullo schermo qualcosa della realtà che notavo forse prima degli altri. Quando è arrivato il lockdown ho subito pensato che questa tragedia potesse essere raccontata in chiave di commedia all’italiana. Dopo un primo momento di disorientamento, ho cominciato a scrivere un piccolo soggetto cinematografico dal titolo “Lockdown all’italiana”: è l’8 marzo e ci troviamo in una casa a Roma di persone abbienti, ovvero di un avvocato benestante che convive con la moglie, un’ oca giuliva che dal suo cellulare scopre che il marito ha un amante, una coatta commessa di un supermercato che abita in periferia con un tassinaro , il quale nello stesso giorno scopre anche lui della tresca amorosa. I due coniugi traditi, decidono entrambi di cacciare i rispettivi partner da casa, ma mentre ciò sta accadendo viene inquadrato in TV, il Presidente del Consiglio dei Ministri che annuncia il lockdown totale; da qui scatta il dramma della convivenza delle due “coppie scoppiate”, costrette a vivere sotto lo stesso tetto per la Pandemia fino al 4 maggio. Scritta la sceneggiatura a grandi linee “ha proseguito Vanzina, “mi trovai a dover affrontare la realizzazione del film in maniera del tutto inusuale: immaginando di avere a disposizione pochissimi mezzi e nell’impossibilità di fare lunghi spostamenti, pensai per le location, di utilizzare parte del mio appartamento, un pezzo dell’appartamento di un mio amico al piano di sopra ed il terrazzo di un altro condomino dello stabile posizionato a livello ancora superiore. Per la scelta del cast pensai a Paola Minaccioni che accettò da subito molto entusiasta collaborando con me nella sceneggiatura del suo personaggio, mentre individuai Ezio Greggio nel ruolo di avvocato, Martina Stella era perfetta come toscana coatta, impiegata di un supermercato e Micky Memphis nel ruolo di tassista. Non potendo girare gli esterni ma abitando in centro,pensai di filmare con un semplice telefonino i suggestivi scenari di Roma città deserta, mentre chiesi ad un mio dipendente di fare altrettanto nelle zone di periferia della capitale. Per la troupe con il consenso dei sindacati, selezionai poco personale tecnico, mentre la colonna sonora l’affidai al mio amico Umberto Smaila. Era tutto pronto ma il problema era trovare i finanziamenti; facendo un calcolo complessivo con grandi sacrifici economici da parte di tutti noi, il budget di spesa era stato calcolato intorno ai quattrocentomila euro; per fortuna trovai un associato nella produzione del film,Adriano De Micheli mentre la distribuzione, l’avrebbe curata la Medusa grazie al consenso del mio grande amico Giampaolo Letta. Le riprese del film sono durate 12 settimane con qualche difficoltà soggettiva perché a luglio c’era un frastuono pazzesco per strada, rispetto ai tempi del lockdown mitigato grazie ad un bravissimo fonico. Avevamo previsto l’uscita della commedia nelle sale cinematografiche per il 5 ottobre, ma dal momento in cui abbiamo pubblicizzato la locandina, si sono scatenate sui social critiche feroci, accusandoci di avere realizzato un’opera che tendeva a mettere in ridicolo una vera tragedia socio-sanitaria. Critiche ingiuste e senza alcun fondamento, “ha proseguito Vanzina, perché il film è molto rispettoso della grave situazione ed ha momenti di grande tenerezza, a tratti è anche malinconico, tanto è vero che tutta la stampa eccetto il Corriere della Sera” ci ha difeso. La commedia è stato presentata al Festival di Roma ed ha incontrato il favore di molti stranieri; presto andrà su Sky e poi farà il suo percorso normale. Perché ho voluto fare un film come regista a 70 anni ed in un momento così difficile?” ha detto concludendo Vanzina: “In primis mi volevo sperimentare in un’attività che era quella del mio papà Steno e di mio fratello Carlo dal quale ho acquisito una grande dose di pazienza sul set ed anche per dimostrare ai giovani aspiranti registi che si possono fare film low cost, con pochi mezzi , basta volerlo! Il mio auspicio è quello di vedere di nuovo le sale cinematografiche aperte, pur nel rispetto delle norme del Covid 19, evitando che la gente si allontani sempre di più da questa sana forma di distrazione, preferendo stare a casa sul divano a vedere un film: il grande schermo ha tutto un altro fascino!”
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