Non è un periodo facile per Gianluigi Martino. Il manager, noto alle cronache rosa per la sua relazione
ormai naufragata con Valeria Marini, ha deciso infatti di avviare una battaglia legale per appurare le cause
della morte di suo padre Luigi, venuto a mancare lo scorso 28 novembre, a 85 anni, dopo un lungo periodo
in cui diversi medici, probabilmente, non l’hanno curato come invece avrebbero dovuto.
“Soffriva di un’insufficienza renale, però eravamo sempre riusciti a tenere sotto controllo la situazione. Gli
ultimi esami del sangue, invece, avevano rilevato un alto valore di creatinina ed il nefrologo ci ha consigliato
di portarlo subito in ospedale perché non riusciva a espellere più i liquidi”
ha spiegato Martino sulle pagine di Nuovo, precisando che per lui e la madre, in quel giorno, “è cominciato
l’inferno”. Il 13 giugno, infatti, Gianluigi ha accompagnato il padre in ospedale ma, a causa delle norme anti-
Covid, non è riuscito ad entrare e non l’ha più sentito per quattro giorni, per via del cellulare scaricatosi con
“nessuno che l’ha aiutato a ricaricarlo”. Fatto un esposto ai carabinieri, l’uomo ha così scoperto che il suo
papà era stata abbandonato per quattro giorni, in corridoio, senza un pasto né tanto meno qualcosa da
bere. Una vera e propria odissea che si è complicata sempre di più, anche se è riuscito a garantire un letto
in nefrologia al proprio genitore.
Dopo aver trovato con fatica un centro dialisi, a 30 km da casa, l’incubo è ricominciato: “Io e mia madre
dovevamo fare moltissima attenzione al catetere per evitare che potesse provocargli un’infezione. Il 16
novembre mio padre si sente male a casa e i medici riscontrano melena, ossia la presenza di sangue nelle
feci”. All’ennesimo ricovero in ospedale, la situazione è così definitivamente precipitata: “Mio padre è
entrato in setticemia e le sue condizioni si sono aggravate rapidamente. Nella notte del 28 novembre la sua
pressione è scesa a 25, è collassato e ha avuto un arresto cardiaco. E’ morto tra le braccia di mia madre
mentre io ero al telefono con lei. E’ stato terribile”.
Devastato, Gianluigi ha così sporto denuncia contro l’Ospedale Annunziata di Cosenza tramite il suo legale
Emilio Gallo che “dovrà rifarsi in sede civile ed eventualmente penale: la mia battaglia è solo all’inizio”.
Martino vuole però convertire il suo dolore in una missione in grado di aiutare gli altri: “Vorrei creare
insieme a mia madre un movimento in ricordo di mio padre per dare voce alle tante persone vittime della
malasanità calabrese”.